COME DEI VERI STORICI …
La scuola al
tempo dei nonni
Per
sapere com’ era la scuola al tempo dei nonni abbiamo raccolto le informazioni
attraverso le:
- fonti scritte ( pagelle );
- fonti materiali ( quaderni, penne, pennini … );
- fonti iconografiche ( foto ),
ma soprattutto grazie alle
- fonti orali con le testimonianze di due nonne.
Abbiamo
intervistato nonna Dunia e nonna Silvana rivolgendo loro queste domande.
1
Dove
andavi a scuola?
La
scuola era vicina a casa?
Come
andavi a scuola?
C’erano
i pulmini?
C’erano
la palestra, l’aula informatica, la biblioteca, il cortile?
Come
era arredata l’aula?
Come
erano i banchi?
C’erano
le carte geografiche?
Che
cosa usavi per scrivere?
Come erano i quaderni, l’astuccio…
Avevate il grembiule? Come era?
Possedevi uno zaino?
Facevate ricreazione?
1 Che cosa portavi per merenda?
1 A ricreazione facevate dei giochi? Quali?
Quanti eravate in classe?
Le classi erano miste?
C’erano alunni stranieri?
Quanti
insegnati per classe?
Quali materie c’erano?
Qual era la tua materia preferita?
Facevate ginnastica?
Andavate in gita?
Facevate le feste?
Per casa la maestra dava i compiti?
Quando iniziava e quando finiva la scuola?
Quanti giorni alla settimana andavate a scuola?
Da che ora a che ora?
Quante volte in un anno ricevevi la pagella?
Ti piaceva andare a scuola?
La
tua insegnante era severa?
3 Quali punizioni davano?
23
gennaio 2013
La signora Dunia è la nonna di
Andrea (terza B ).
Lei frequentava la classe terza
nel 1951, cioè 62 anni fa.
Ecco
che cosa ci ha raccontato.
“Abitavo a Figline Valdarno in
provincia di Firenze e andavo a scuola in un convento di suore, vestite con un
abito celeste e un velo bianco in testa. La scuola era vicina alla mia casa,
quindi ci andavo a piedi, comunque a quei tempi i pulmini non c’erano.
L’aula era arredata con banchi di
legno a due posti che avevano il foro per il calamaio, una grande lavagna, la
cattedra sopra una pedana di legno, perché la maestra doveva vedere bene anche
i bambini in fondo agli ultimi banchi.
Nonna
Dunia in prima elementare seduta al banco.
Alle
pareti c’era un grande crocifisso e una grande carta geografica.
Nonna
Dunia con un’amica
Nella scuola c’erano la palestra,
una piccola biblioteca, un grande cortile con le altalene e perfino un
teatrino, ma non c’era l’aula informatica.
A quei tempi si scriveva su dei
piccoli quaderni con la penna ed il pennino tuffato nell’inchiostro, la carta
assorbente serviva ad asciugare lo scritto se dovevi girare la pagina.
Nell’astuccio di legno si tenevano anche il lapis, la gomma, l’appuntalapis e
piccole matite di legno marcate “ GIOTTO “.
Nonno
Roberto (oggi marito di nonna Dunia) scrive con la penna ed il pennino. In primo piano si vede l’astuccio
di legno.
Non avevo lo zaino, ma una cartella
marrone di cartone rigido che conteneva l’astuccio, due quaderni ( a righe e a
quadretti ), il libro di lettura e il sussidiario. In prima elementare avevo
l’Abbecedario. Oltre alla cartella portavo a scuola un cestino con la
colazione; spesso mangiavo due fette di pane con la Nutella che vendevano
sciolta ad etti.
Dovevamo sempre portare anche lo
spazzolino da denti e il dentifricio “ Pasta del Capitano “ per lavarci i denti
dopo aver mangiato.
Non avevo libri per fare le
ricerche, non c’era il computer, né la televisione, ma c’era la radio e spesso
ascoltavo “ Le avventure di Gian Burrasca “.
Le materie erano: italiano,
matematica, storia, geografia, scienze e lavori manuali, specialmente il ricamo.
Qualche volta facevamo le recite. A ricreazione si usciva in cortile e si
giocava alla bandierina, a me però piaceva tanto correre.
Qualche volta facevamo delle brevi
gite nei dintorni, soprattutto in un altro convento lì vicino, ricco di opere
d’arte. La maestra per casa dava un po’ di compiti.
In classe eravamo diciotto, compresa
la maestra, tutte femmine e non c’erano alunne straniere. Noi bambine
indossavamo il grembiule bianco con il colletto azzurro e un grande fiocco
bianco, la maestra invece indossava uno spolverino nero. La maestra era severa, ma non
picchiava, invece la suora che a volte ci sorvegliava tirava le bacchettate
sulle mani.
La scuola iniziava il primo ottobre
e finiva nel mese di giugno. Si andava a
scuola sei giorni alla settimana. Le lezioni iniziavano la mattina alle 8,30 e
finivano alle 12,30. Il pomeriggio si poteva scegliere se restare al convento o
andare a casa.
Ci consegnavano la pagella tre volte l’anno, quindi ogni tre mesi e c’erano i voti e quello più importante era il comportamento.
Ci consegnavano la pagella tre volte l’anno, quindi ogni tre mesi e c’erano i voti e quello più importante era il comportamento.
Tutte le mattine insieme alla
maestra si pregava ( Ave Maria o Padre Nostro o Atto di Dolore ),la maestra
faceva l’appello e quando un’alunna veniva chiamata si alzava in piedi, poi
tutte alzate si cantava l’Inno d’Italia.
Andavo volentieri a scuola, ero
brava e la mia materia preferita era la matematica. La mia migliore amica si
chiamava Morenita.
Le suore, per farci andare alla
Messa tutte le domeniche, ci mettevano un timbro su un quadernino che valeva un
punto: dopo otto punti ci facevano vedere il cinema.”
Grazie, nonna Dunia!
25 gennaio 2013
La signora Silvana è la nonna di
Allegra ( terza A ).
Lei frequentava la classe terza nel 1948, cioè 65 anni fa.
Nonna Silvana andava alla scuola
Tilli, ogni mattina faceva 3 chilometri a piedi perché abitava sopra al
cimitero di Castelfiorentino, ai Poggetti. Non c’erano pericoli per la strada,
al massimo poteva incontrare carri trainati dai buoi, qualche calesse e biciclette. I pulmini
a quei tempi non c’erano.
Nella sua scuola non c’era la
palestra, né l’aula informatica; c’era invece una piccola biblioteca ed il
cortile, ma i bambini non ci venivano
mai portati.
In classe c’era la cattedra sopra
una pedana di legno e la sedia per la maestra, i banchi di legno a due posti con
il calamaio, l’armadietto chiuso a chiave per i documenti, le carte geografiche alle pareti e… la bacchetta del silenzio
Per scrivere nonna Silvana usava la penna con il pennino che poteva
avere varie forme ( a torre, a foglia, a manina… ) e che veniva tuffato nell’inchiostro, la carta suga per asciugare
lo scritto, il lapis, piccole matite di legno e quaderni piccoli. L’astuccio
era una scatoletta di legno con il coperchio.
In prima elementare aveva un solo
quaderno a quadretti grandi ed un solo libro, il Sillabario.
Non aveva lo zaino come noi, ma
una cartella a mano, marrone, rigida, di fibra.
Le classi erano abbastanza numerose, soprattutto in prima, poi sempre meno perché molti
bocciavano. A volte capitava che alcuni ragazzi grandi fossero a scuola insieme
ai piccoli solo per imparare a fare la firma. Le classi non erano miste, non c’erano
alunni stranieri.
Le femmine indossavano un grembiule bianco con il fiocco azzurro, mentre
i maschi il grembiule nero. C’era
una sola maestra.
A ricreazione nonna Silvana
mangiava pane e marmellata, oppure noci, arance, a volte dolcetti fatti dalla
mamma.
Ci ha raccontato una cosa molto curiosa: tutti i bambini portavano da casa un cucchiaio, un sacchettino di stoffa con la segatura e ogni settimana un limone. Prima di mangiare la merenda si mettevano tutti in fila e la maestra dava a ciascuno un cucchiaio di olio di merluzzo che serviva a rinforzare il fisico, visto che dopo la guerra molti bambini erano rachitici. Il limone serviva per “rimettersi” la bocca, dato che l’olio di merluzzo era sgradevole e la segatura a pulire il cucchiaio unto. Durante la ricreazione era vietato correre e non si poteva giocare, gli unici giochi, come “ campana “ e “ le statuine “ li facevano la mattina fuori della scuola, prima dell’entrata.
Ci ha raccontato una cosa molto curiosa: tutti i bambini portavano da casa un cucchiaio, un sacchettino di stoffa con la segatura e ogni settimana un limone. Prima di mangiare la merenda si mettevano tutti in fila e la maestra dava a ciascuno un cucchiaio di olio di merluzzo che serviva a rinforzare il fisico, visto che dopo la guerra molti bambini erano rachitici. Il limone serviva per “rimettersi” la bocca, dato che l’olio di merluzzo era sgradevole e la segatura a pulire il cucchiaio unto. Durante la ricreazione era vietato correre e non si poteva giocare, gli unici giochi, come “ campana “ e “ le statuine “ li facevano la mattina fuori della scuola, prima dell’entrata.
La pagella di nonno Romano
( marito di nonna Silvana )
Le materie erano: aritmetica,
italiano, religione, storia e geografia, scienze ed igiene, canto, lavoro, educazione
morale e civile e fisica, ma ginnastica non la facevano mai. Non facevano mai gite, né feste.
La sua materia preferita
era la matematica.
La maestra dava molta importanza alla bella calligrafia e
dava un voto anche all’ordine.
La scuola iniziava il 1° ottobre
e finiva il 15 giugno. Le lezioni si svolgevano dal lunedì al sabato dalle 8,30
alle 12,30.
A lei piaceva andare a scuola, la
maestra era buona, ma anche severa e puniva facendo andare gli alunni fuori
della porta, oppure facendoli stare in ginocchio o alla cattedra insieme a lei
o scrivendo note sul quaderno e sul registro.
Grazie, nonna Silvana!
bellissimi racconti
RispondiEliminaanche io avevo il banco di legno a 2 col piano inclinato, il buco per il calamaio e la scanalatura per non far scivolare le penne;
quelle col pennino a inchiostro l'ho usate solo per prova, con la carta assorbente per i goccioloni
poi c'erano le bic che scrivevano più scuro per leggere più chiaro
ciao
franco f.